L’esame delle urine è un esame molto importante, semplice ed economico, che serve a valutare non solo problematiche nefrologiche/urologiche ma anche patologie metaboliche, immunomediate, neoplastiche, infettive, ecc. E’ importante evitare interferenze preanalitiche, dovute sia alla tecnica di prelievo (minzione spontanea, cistocentesi o cateterismo) sia alla tempistica con cui viene eseguita l’analisi, oltre che alla sterilità dei mezzi di raccolta delle urine.
L’esame delle urine si divide in tre fasi:
Esame fisico
Esame chimico
Esame microscopico del sedimento
1) Esame fisico:
Consiste nella valutazione del volume, colore, aspetto, odore e peso specifico delle urine.
Il volume urinario può essere valutato nell’arco delle 24 ore, non nel singolo esame.
Il colore normale delle urine è giallo paglierino, più o meno intenso a seconda della concentrazione delle urine. Pur essendo una delle principali ragioni per cui il proprietario richiede di effettuare l’esame delle urine, questo non è un parametro particolarmente affidabile in quanto vi sono diversi fattori che possono interferire con esso, come la dieta, farmaci, disidratazione, patologie.
L’aspetto normale delle urine è limpido oppure sub-limpido, ad esempio in caso di marcata lipiduria o con presenza di spermatozoi. In caso di torbidità è fondamentale un corretto esame microscopico del sedimento.
L’odore non è un parametro particolarmente importante ed affidabile, tuttavia in caso di un pungente odore di ammoniaca si può sospettare la presenza di batteri, oppure di artefatto da processazione del campione (molto tempo intercorso tra la raccolta del campione e la sua analisi).
Il peso specifico (PS) è un parametro fondamentale per valutare in maniera indiretta la capacità del rene di concentrare e/o diluire le urine; la sua interpretazione è fondamentale in associazione al quadro clinico ed agli esami di laboratorio complementari.
La valutazione dei parametri chimici viene eseguito tramite strisce reattive e consiste nella misurazione di:
Glucosio: da valutare sempre in associazione alla glicemia. La presenza di glucosio nelle urine se associata ad iperglicemia (soglia renale nel cane 180 mg/dl; nel gatto 260-310 mg/dl), può essere transitoria (stress, pancreatite, cortisonici) oppure persistente (diabete mellito, morbo di Cushing, feocromocitoma); viceversa se associata a normoglicemia è legata a problemi tubulari renali acquisiti o congeniti.
Bilirubina: la bilirubinuria precede l’ittero clinico e l’iperbilirubinemia. Nel cane è normale trovarla in urine concentrate per la bassa soglia renale, mentre nel gatto è sempre un reperto patologico.
Chetoni: si possono osservare in associazione a chetoacidosi diabetica, pancreatite, anoressia in animali giovani e/o sovrappeso, glicosuria renale.
Ematuria/ Mioglobinuria/ Emoglobinuria: è importante sempre valutare il surnatante, il quale se di colore rosso esclude l’ematuria. Per distinguere tra emoglobinuria e mioglobinuria è importante confrontare il colore del plasma con quello delle urine (in presenza di plasma emolitico ed urine color rosso si sospetta la presenza di emoglobinuria).
pH: importante per la valutazione delle urolitiasi e del loro monitoraggio.
Proteine: indica la quantità di proteine che vengono perse a livello renale. Si deve distinguere tra proteinuria pre-renale (iperprotidemia, stress, esercizio fisico, mieloma multiplo), renale (danno a livello glomerulare, tubulare od a entrambi i distretti) e post renale (presenza di elementi cellulari a livello di sedimento come eritrociti, leucociti, spermatozoi, cellule epiteliali, ecc). La determinazione con la striscia reattiva è una metodica semiquantitativa, che può ricevere interferenze da parte della concentrazione delle urine e dal loro colore. Un metodo più preciso per quantificare la proteinuria è il rapporto proteine urinarie/ creatinina urinaria (PU/CU), mentre per valutare qualitativamente le proteine perse dalle urine si possono utilizzare metodiche elettroforetiche come SDS-AGE e SDS-PAGE.
Urobilinogeno: non ha rilevanza nel cane e nel gatto.
Nitrati: specifico per la presenza di batteri, ma poco sensibile. Da confermare sempre tramite esame microscopico del sedimento ed eventuale urinocoltura.
Leucociti: si hanno molti falsi positivi, pertanto da confermare tramite esame del sedimento.
Esame microscopico del sedimento
Consiste nel centrifugare le urine ed analizzare il sedimento ottenuto. Tale esame deve essere eseguito anche su urine che dall’esame chimico- fisico non hanno evidenziato alterazioni, sia se, in seguito a centrifugazione, non si osserva macroscopicamente alcun sedimento. Il sedimento può essere osservato tal quale o colorato.
Con tale metodica si può valutare la presenza di cristalli, cilindri, eritrociti, leucociti, batteri, miceti, parassiti, cellule epiteliali e spermatozoi.
Un’ analisi addizionale che si può eseguire sulle urine è l’esame batteriologico, su campioni in cui sospettiamo una cistite di origine batterica (ad esempio in casi in cui si osserva la presenza di leucociti nel sedimento, ma non si ha la certezza della presenza di batteri), o in caso di patologia conclamata in seguito all’osservazione di batteri al microscopio. Una volta seminate le urine su una piastra agar- sangue, in seguito alla crescita batterica, si può tipizzare l’agente eziologico responsabile della malattia e successivamente eseguire l’antibiogramma, per evidenziare la sensibilità ai diversi antibiotici.
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