L’ipotiroidismo è una patologia caratterizzata da una scarsa produzione di ormoni tiroidei, triiodotironina e tiroxina (rispettivamente T3 e T4), i quali rivestono un ruolo molto importante nel corretto funzionamento metabolico di molti organi ed aumentano il consumo di ossigeno da parte di vari tessuti.
L’ipotiroidismo, estremamente raro nel gatto, nel cane può essere congenito o acquisito. La forma congenita si riscontra nei cani di giovane età, i quali sono spesso affetti da nanismo, alterato sviluppo scheletrico, ritardo nello sviluppo mentale, letargia, debolezza ed alterazioni del pelo.
La forma acquisita viene riscontrata prevalentemente in soggetti di età media o avanzata. Tra le razze maggiormente colpite vanno annoverati i Golden Retriever ed i Dobermann Pinscher.
L’ipotiroidismo acquisito può essere primario, secondario o terziario.
Nella forma primaria è la tiroide stessa ad essere affetta da un processo patologico; più comunemente il processo patologico sottostante è una tiroidite linfocitaria od una atrofia idiopatica della ghiandola tiroide, che porta ad una ridotta produzione di ormoni tiroidei. L’ipotiroidismo secondario, raramente descritto nel cane, colpisce invece l’ipofisi, con un conseguente calo di ormone tireostimolante (TSH, chiamato anche ormone tireotropo o tireotropina). La forma terziaria invece vede coinvolto l’ipotalamo, con un calo di produzione dell’ormone di rilascio della tireotropina (TRH). Quest’ultima forma non è mai stata descritta nel cane.
I segni clinici di questa patologia possono essere molteplici ed includono: aumento di peso senza concomitante aumento dell’appetito, apatia, intolleranza al freddo, piodermite squamosa, alopecia, iperpigmentazione cutanea, alterazioni del mantello e ritardi nella ricrescita del pelo. Più raramente possono manifestarsi alterazioni neurologiche come polineuropatie, alterazioni dei nervi cranici e disfunzioni cerebrali.
Gli esami del sangue di routine spesso mostrano solo alterazioni aspecifiche, tra cui lieve anemia ed aumento di grado variabile di colesterolo e trigliceridi. La diagnosi viene emessa effettuando la misurazione degli ormoni tiroidei nel sangue.
Concentrazione di T4 totale: la sola presenza di un calo di T4 totale non è un buon indicatore di ipotiroidismo. Una sua diminuzione può essere causata infatti anche da altri fattori, come l’età, patologie concomitanti (iper/ipoadrenocorticismo, chetoacidosi diabetica, insufficienza renale, patologie epatiche, neoplasie, megaesofago, insufficienza cardiaca), somministrazione di farmaci (alcune tipologie di antibiotici e cortisonici) e variazioni di razza (spesso Greyhound, Saluki, Whippet ed Alaskan Malamute e simili presentano un fisiologico abbassamento degli ormoni tiroidei).
Concentrazione di T4 libero: essendo questa la quota biologicamente attiva, un suo abbassamento è altamente sensibile e specifico per quanto riguarda la diagnosi di ipotiroidismo.
Concentrazione di T3: poco attendibile per la diagnosi.
Concentrazione di TSH: un suo aumento in concomitanza all’abbassamento del TT4 è altamente specifico per la diagnosi di ipotiroidismo. Tuttavia nel 30% dei casi il TSH può comunque risultare nella norma.
Una volta effettuata la diagnosi, la terapia dell’ipotiroidismo consiste nella somministrazione orale di ormoni tiroidei sintetici a vita. Se la terapia risulta efficace si assisterà ad un miglioramento graduale della sintomatologia ed ad una normalizzazione delle alterazioni ematologiche e degli ormoni tiroidei.
Il monitoraggio iniziale deve avvenire ogni 2-4 settimane e successivamente, se il paziente risulta clinicamente stabile, ogni 4-6 mesi.
ENDOCRINOLOGIA
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